Friedrich Overbeck Italia und Germania


Italia und Germania
 
dipinto allegorico/allegorisches Gemälde del 1828 di Friedrich Overbeck, * 1789 a Lübeck; † 1869 a Roma

 

 

Mi chiamo Evelin Egner, sono tedesca e sono Kulturwissenschaftlerin e precedentemente Bankkauffrau ed oggi Vicepresidente dell’associazione italo-tedesca La Danza delle Farfalle che svolge progetti di didattica, filosofia, musica, arte, lingua, cinema, cultura, progetti sociali e interculturali in Italia ed in Europa.
Sono nata nel 1980 nella DDR (Repubblica Democratica Tedesca) dove sono cresciuta nella dittatura socialista e sotto il dominio dell’Unione Sovietica. Nella prima gioventù ho scelto di trasferirmi a Lübeck (ex-BRD, Repubblica Federale Tedesca), che riconosco come la mia città in Germania. Lì ho conseguito il mio percorso di studi e di formazione professionale.
Ho scelto nel 2007 l’Italia per approfondimenti di studi. Ho vissuto e lavorato per anni a Milano e successivamente a Napoli.
Amo entrambi i paesi e riconosco i punti forti e deboli, i lati positivi e non che ha sia l’uno che l’altro paese.

Vista la situazione oggi nel Marzo 2020, voglio rispondere ad alcune provocazioni mediatiche, che sembrano di avere l’obbiettivo di non creare serenità ed unione in questo difficile momento che stiamo vivendo tutti quanti nel mondo.
Pongo l'attenzione su alcuni punti che in questi giorni girano su internet per agitare l’animo degli italiani e per disturbare ancora una volta il rapporto tra la Germania e l’Italia.
Parlando in questi giorni tanto di sostegni economici, consideriamo anche che la Germania è per l’Italia il primo partner commerciale del mondo, ed anche l’Italia è un importante partner per la Germania.

Vediamo alcune affermazioni* che attualmente vengono diffuse in Italia, le quali forzano una revisione della storia, che di fronte alle attuali problematiche non dovrebbe avere alcuna priorità:
(* in particolar modo nel video dell'attore Tullio Solenghi qualche giorno fa)

 

  • “I tedeschi hanno provocato la Prima guerra mondiale”

 

Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este. Di conseguenza non è stata la Germania a provocare la prima guerra mondiale.

 

  • “I tedeschi hanno provocato la Seconda guerra mondiale e sterminato milioni di ebrei nelle camere a gas” 

 

Ammettendo le terribili colpe della Germania del Terzo Reich, credo sia necessario però vedere l’intero quadro del mondo dopo la prima guerra mondiale.

Secondo lo storico britannico Eric Hobsbawm il principio della riorganizzazione, su base etnica, della carta dell'Europa, accolto dal trattato di Versailles fornì un pretesto alle successive pulizie etniche e, addirittura, all'Olocausto degli Ebrei: Adolf Hitler, applicando sino alle estreme conseguenze i principi nazionalisti, pianificò l'annessione alla Germania di tutti i territori fuori dai confini della madrepatria abitati da tedeschi, e avviò a soluzione finale l'eliminazione degli Ebrei. (Eric Hobsbawm, Nazioni e nazionalismo dal 1780, Torino, Einaudi, 1991, p. 158)

Nel Febbraio 1920 l'art. 1 del programma del Partito Nazista chiede "La costruzione di una Grande Germania che riunisca tutti i tedeschi in base al diritto della autodeterminazione dei popoli".

Quanto all'altra possibile fonte di "revisionismo" del trattato, quella sovietica, "la conferenza di Genova, che nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto creare le condizioni favorevoli al rientro di Germania e Russia nel consesso delle nazioni europee, si concluse con il trattato di Rapallo, che sancì invece l'alleanza fra le due escluse della pace di Versailles. A proposito di questo trattato, gli storici sono più o meno concordi nel ritenere che esso rappresentò il primo passo del governo sovietico verso il superamento dell'isolamento attraverso l'alleanza con la «vinta» Germania, ovvero il primo «esperimento» di coesistenza pacifica con il mondo capitalistico"
(Di Biagio, A. (1986). I bolscevichi e il sistema di Versailles (1919-1923). Studi Storici, 27(2), 470-471.)

L'impossibilità di fare fronte ai debiti, uniti alla grande crisi e alle umilianti condizioni del Trattato di Versailles rovinarono la Germania nella miseria e nello sconforto, influenzando così il nascere dell'autarchia e del Nazismo, e prepararono il terreno per l'ascesa di Adolf Hitler al potere. (cit.)

Che Adolf Hitler sia stato un pazzo criminale ed uno dei più terribili dittatori di tutti i tempi è chiaro a tutti. Nessuno dovrebbe però paragonare a lui ed al suo partito l’intero popolo tedesco, e addirittura ancora le generazioni di oggi, generalizzando indistintamente.
E visto che i media in Italia sono quasi ossessionati nel ricordare in modo più insistente che in qualunque altro paese, la terribile storia del periodo nazista e le sue vergognose vicende, si farebbe bene a considerare però alcuni aspetti fondamentali esclusi dai libri di storia – giusto per raccontare la storia completa.
Hitler non era tedesco ma austriaco, e negli anni venti aveva due grandi idoli.
Il più importante era l’americano Henry Ford, industriale e uno dei uomini più ricchi della storia, nonché antisemita che negli anni 1920-22 pubblicò 4 volumi del titolo 'The International Jew, the World's Foremost Problem' (tradotto in tante lingue, in italiano 'L'ebreo internazionale, il problema più importante del mondo') “[…] ebbe grande apprezzamento da parte di Adolf Hitler, che ne fece una delle principali fonti di ispirazione per la dottrina nazista. Nel suo 'Mein Kampf', Hitler cita testualmente diverse parti del libro di Henry Ford.” (cit.)
Hitler teneva nel suo ufficio un grande quadro che ritraeva l’americano.

L'imprenditore statunitense ed il dittatore tedesco erano uniti da reciproca ammirazione, diedero corso ad iniziative comuni di ordine finanziario e industriale.
In occasione del 75º compleanno di Ford, nel 1938, Adolf Hitler lo insignì della Gran Croce del Supremo Ordine dell'Aquila Tedesca, che è la più alta onorificenza del regime nazista conferibile ad uno straniero, per i grandi meriti riconosciuti dalla Germania nazista e per l'impegno della sua filiale Ford in Germania, nel rifornire l'esercito nazista di mezzi blindati e nel donare tutti gli utili alla causa Nazista. Inoltre Ford, per diversi anni durante il regime Nazista, si impegnò a versare 50'000 USD di allora come sostegno al Partito di Hitler. (
cit.)

Gli investimenti nella Germania nazista furono in gran parte americani, tra il posizionamento delle industrie in posti strategici in Germania e crediti da parte degli USA. Gli stabilimenti delle grandi industrie, trasferite già negli anni 20 fuori dalle città, infatti non furono bombardate, ma restarono intatte e uscirono più potenti dalla seconda guerra mondiale che lo erano all’inizio.

Un altro modello per Hitler fu Mussolini, che salì 11 anni prima al potere. Tanto che per l’orrore dello stermino degli ebrei l’Italia non è completamente senza colpe.

Storici come Renzo De Felice hanno voluto sottolineare che non sono pervenute prove di pressione diretta da parte tedesca nell'avvio della campagna razzista del fascismo italiano che partì ufficialmente il 15 luglio 1938, quando venne pubblicato il Manifesto della razza, firmato da noti professori. Galeazzo Ciano riporta nel suo diario per la giornata del 14 luglio 1938: «Il Duce mi annuncia la pubblicazione da parte del Giornale d'Italia di uno statement sulle questioni della razza. Figura scritto da un gruppo di studiosi, sotto l'egida della Cultura Popolare. Mi dice che in realtà l'ha quasi completamente redatto lui»
Nel febbraio 1940 Mussolini ordinò che venisse organizzata l'espulsione degli ebrei italiani nei successivi dieci anni. (
cit.)

Nel novembre 1943 il Ministero dell’Interno, dispose l’arresto dei cittadini italiani ebrei, il loro internamento in campi di concentramento e la progressiva deportazione verso i lager in Germania. (cit.)

La Germania è rimasta profondamente traumatizzata ed ha svolto molto lavoro sia giuridico ma soprattutto sociale per elaborare questa (forse) irremovibile macchia degli eventi storici, tanto che molti figli nati nel dopoguerra hanno rotto con la generazione dei genitori, considerati co-responsabili per l’accaduto sotto il Terzo Reich.

 

  • I tedeschi si sentono ancora oggi una razza superiore

I comportamenti dei politici non rappresentano quelli dell’intera nazione. Quanti italiani a loro volta si sono mai identificati con i loro politici passati o attuali?

Io conosco la gente del mio paese, che come tutti hanno difetti, ma sono comunque persone determinate, sincere, curiose e cordiali, unite in una comunità che condivide valori ed obiettivi e che collabora insieme.

Mentre all’estero i tedeschi sono spesso timidi, portandosi sempre appresso il bagaglio storico. L’apprezzamento nei confronti dell’Italia, della sua storia, cultura, arte e dello stile di vita è altissimo. È difficile trovare un tedesco che non dica “Io amo l’Italia”. La storia ed i multipli legami tra l’Italia e la Germania sin dal tedesco Carlo Magno, che diventò primo Imperatore dei Romani nell’anno 800 con gli infiniti esempi fino ai giorni di oggi dimostrano un’affinità ed una stima che i tedeschi provano per gli italiani e per l’Italia. Tanto che non si può spiegare l’animo dei tedeschi senza notare la loro grande “Italiensehnsucht” – la nostalgia per l’Italia.

 

  • Il paziente zero del Coronavirus è un tedesco

Il paziente zero è cinese e stava in Cina, questo pare che sia approvato. Del primo paziente in Europa non abbiamo nessuna certezza. Agitare gli italiani con questa notizia (che potrebbe essere falsa) non mi sembra sostenere la situazione in positivo.

 

  • “[…] alla fine della Seconda guerra mondiale se la comunità internazionale avesse reagito alla loro ciclica arroganza non con la pietas, ma avesse richiesto gli effettivi danni di guerra […]”


L'accordo sui debiti esteri germanici del 1953  impegnava il governo della Repubblica federale di Germania a rimborsare i debiti esterni contratti dal governo tedesco tra il 1919 e il 1945.Il totale di 16 miliardi di marchi di debiti degli anni 1920 inadempiuti negli anni 1930, la Germania decise di rimborsare per ristabilire la sua reputazione. Questa somma di denaro venne pagata ai governi e alle banche private di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Altri 16 miliardi di marchi erano rappresentati da prestiti del dopoguerra dagli Stati Uniti. Con l'accordo di Londra l'importo da rimborsare fu ridotto del 50% a circa 15 miliardi di marchi e dilazionato in più di 30 anni. (cit.)


A questo fatto, dal mio punto di vista, c’è da aggiungere che nei due paesi Italia e Germania, che si sono schierati nel 1943-45 contro gli Alleati (in prima posizione USA, Francia, Inghilterra) e che hanno perso la guerra, dal dopoguerra ad oggi si trova il maggior numero di basi militari degli Stati Uniti d'America in Europa, come se Italia e Germania fossero colonie americane. Meditate su questa condizione condivisa.

Per completare il discorso dei debiti di guerra bisogna ricordare che la Germania di oggi, riunita da 30 anni, invece è stata divisa per 40 anni, separata da una frontiera (larga diversi chilometri) che attraversò l’intero paese dal Mar baltico fino alle Alpi. Limitarsi nel linguaggio italiano al termine Muro di Berlino mi fa spesso temere che chi non abbia studiato bene la storia possa non sapere che non solo Berlino ma l’intero paese era diviso da un muro/frontiera militare armata dalla quale si sparava su chiunque osava avvicinarsi in direzione ovest. L’Ovest era zona di occupazione degli USA, l’Est zona di occupazione dell’attuale Russia, dalla quale si è ritirata a fine della Guerra Fredda nel 1989/90.

La DDR sotto il dominio dell’Unione Sovietica ha pagato i suoi debiti, sotto forma di “esportazione” di merci prodotti, cioè i soldati russi (presenti nel paese tutti i 40 anni) portavano via i prodotti migliori ed in quantità tale da lasciare i tedeschi nell’Est della Germania ad un livello pietoso. Con il risultato che nell’89 il paese era in bancarotta.


Invito ad approfondire le conoscenze storiche ed a diffidare di coloro che cercano di seminare odio. Ma soprattutto invito a cercare rapporti di amicizia, di muoversi con uno spirito di apertura, curiosità e solidarietà. Avvertiamoci l’un l’altro degli errori commessi, ma aiutiamoci a riconoscere i nostri difetti per poter migliorare. Miriamo all’unione e alla cooperazione, perché possiamo imparare tanto a vicenda. Creiamo un campo di incontri neutrali, facciamo spazio alla pace, rafforziamo la serenità nostra e degli altri perché così vivremo meglio tutti.

Non diamo tutta la responsabilità nelle mani dei politici, siamo noi soprattutto l’Europa, i popoli, la gente, le persone, non solo i nostri governi.


La nostra associazione La Danza delle Farfalle nell’anno 2019 ha ideato un progetto di collaborazione internazionale e prodotto la prima edizione di una lunga serie che nasce proprio da questo spirito e vuole dare ispirazione per i migliori obbiettivi sopra nominati – GOOD TOGETHER – ha ricevuto l’apprezzamento e il patrocinio dell’Ambasciata di Germania a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Berlino. Il progetto celebra la diversità culturale e linguistica d'Europa, valorizza il patrimonio culturale, promuove il dialogo interculturale, la comprensione reciproca e la cooperazione internazionale; perché tutti i paesi e le lingue stanno bene assieme - good together. … Questo è il mio augurio: Stare BENE ASSIEME!



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